Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione della SOCIETA’ GENERALE D'INFORMATICA (SOGEI) S.p.A. relativa gli esercizi 2006 e 2007.
S O M M A R I O
1) Premessa
2) Il profilo della Società
3) Il rinnovo degli organi societari
4) L’assetto organizzativo
5) Le politiche del personale
6) Le consulenze
7) Principali attività di SOGEI nel biennio 2006/2007
7.1. Il quadro di riferimento
7.2. L’attività contrattuale per l’acquisto di beni e servizi.
7.3. La gestione della sicurezza delle informazioni e la tutela dei dati
personali
7.4. Il riassetto logistico
8) I bilanci degli esercizi 2006 e 2007
9) I principali fatti della gestione verificatisi successivamente agli
esercizi in esame
10) Considerazioni conclusive
1) PREMESSA
La “Società generale d’informatica” (SOGEI S.p.A) è sottoposta al controllo della Corte dei conti secondo le modalità dettate dall’articolo 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259 (D.P.C.M. 19 giugno 2003, adottato su specifica segnalazione della stessa Corte, che, con determinazione n. 57 del 16 luglio 2004, ha disciplinato le modalità di esecuzione degli adempimenti prescritti dalla legge n. 259/1958).
La Corte ha riferito al Parlamento sulla gestione della Società fino all’esercizio 2005 con relazione deliberata il 18 maggio 2007 (pubblicata in: Atti parlamentari – XV legislatura – Doc. XV n. 114).
Con la presente relazione la Corte riferisce al Parlamento il risultato del controllo eseguito negli esercizi 2006 e 2007 e sui principali fatti di gestione intervenuti sino a data corrente.
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3) RINNOVO DEGLI ORGANI SOCIETARI
A seguito delle dimissioni presentate il 3 luglio 2006 dalla maggioranza (tre su cinque) dei Consiglieri in carica, nella seduta del Consiglio di amministrazione del successivo 10 luglio è stata deliberata la convocazione dell’assemblea ordinaria degli azionisti ai sensi dell’art. 2386, 2° comma, cod. civ.; nella stessa seduta, Presidente ed Amministratore delegato, “tenuto conto del mutato contesto politico-istituzionale e del venir meno della maggioranza dei componenti del Consiglio di amministrazione” hanno preannunciato anche le loro dimissioni, poi di fatto presentate – rispettivamente – l’11 e il 19 luglio (v. infra per quanto concerne gli aspetti economici consequenziali a tali dimissioni).
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Nei mesi successivi al suo insediamento, il nuovo management ha promosso un’ampia attività di ricognizione e verifica finalizzata alla comprensione delle principali criticità e delle opportunità di miglioramento sia dei servizi offerti al cliente che dell’assetto produttivo e della gestione dei processi interni. A seguito di tale analisi, sono stati creati gruppi di lavoro focalizzati sulle seguenti tematiche:
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- approvvigionamenti, con l’obiettivo di ottimizzare i processi di acquisto, migliorare i livelli di servizio, innovare le modalità di accesso al mercato e introdurre i necessari adeguamenti in conformità al decreto legislativo n. 163/2006 (su quest’ultimo punto vedi più ampiamente infra, al paragrafo 7.2.).
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Come sopra accennato, l’anticipata cessazione dalle rispettive cariche del Presidente e dell’Amministratore delegato nel luglio 2006, per effetto di dimissioni sostanzialmente “concordate” con l’azionista – MEF, ha richiesto la definizione in via stragiudiziale e di intesa con lo stesso azionista, dei relativi rapporti economici.
In particolare, all’ex-Presidente, con atto transattivo del 15 novembre 2006, è stato riconosciuto un importo lordo di euro 275.000, pari alla metà dei corrispettivi che avrebbe dovuto ricevere nei due anni mancanti al termine del mandato, oltre ad un importo di euro 45.000 quale corrispettivo dell’assunzione di un patto di non concorrenza per un periodo di 18 mesi.
A sua volta, all’ex Amministratore delegato e direttore generale, a seguito di accordo stipulato il 16 novembre 2006 (poi confermato con verbale di conciliazione siglato presso l’Unione degli industriali di Roma il successivo 29 novembre), è stato corrisposto l’importo complessivo lordo di euro 1.320.000, oltre alle competenze di legge e contrattuali spettanti per la fine del rapporto di lavoro dirigenziale che la Società ha ritenuto inopportuno proseguisse. La predetta somma comprende: il 50% dei corrispettivi dovuti fino al termine del mandato di A.D. (euro 160.000); un importo pari ad euro 1.040.000 a titolo di incentivazione all’esodo per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dirigenziale (importo costituito dall’indennità sostitutiva del preavviso e dall’indennità supplementare prevista dall’art. 19 del c.c.n.l. per i dirigenti di aziende di beni e servizi); un importo di euro 120.000 a titolo transattivo (ex art. 1965 cod. civ.) di ogni e qualsiasi pretesa connessa con il cessato rapporto di lavoro.
Dell’avvenuta conclusione di tali accordi è stata data notizia nella riunione del Consiglio di amministrazione del 13 dicembre 2006.
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7.2. L’ATTIVITA’ CONTRATTUALE PER L’ACQUISTO DI BENI E SERVIZI
Molto intensa è l’attività contrattuale posta in essere da SOGEI per l’acquisizione dei beni e servizi necessari per il proprio funzionamento e per il perseguimento dello scopo sociale e parte rilevante del bilancio è impegnata per tali acquisizioni: circa 150 milioni di euro l’anno nel 2006 e nel 2007, pari al 47% del totale dei costi ed oneri di ciascun esercizio.
La natura, riconosciuta a SOGEI (v. parere del Consiglio di Stato n. 525/2003), di “organismo di diritto pubblico” e di “amministrazione aggiudicatrice” comporta che la stessa, nell’acquisizione di beni e servizi effettuata sia per conto proprio che per conto delle Strutture organizzative dell’Amministrazione finanziaria, debba conformarsi alla normativa comunitaria e nazionale in materia (ora racchiusa nel decreto legislativo n. 163/2006, c.d. “codice dei contratti pubblici”). Nei due contratti di servizi quadro sin qui stipulati con il Dipartimento per le politiche fiscali (DPF) tale obbligo è espressamente richiamato; e altrettanto è stato previsto nel Codice etico approvato dal C.d.A. di SOGEI.
Premessi tali elementi di contesto, va ora riferito che, con nota del 19 giugno 2006, il DPF invitò la SOGEI “a fornire ……. una dettagliata informativa sull’attività di acquisizione posta in essere nel periodo gennaio-giugno 2006, con separata evidenza dei contratti sopra e sotto soglia comunitaria conclusi con la procedura aperta, ristretta e negoziata”, rendendo altresì note, con riferimento a quest’ultima procedura “le ragioni che avevano impedito l’osservanza della regola generale in materia di scelta del contraente”.
Da un prima risposta della Società (nota del 30 giugno 2006, a firma dell’A.D. pro-tempore), nella quale peraltro si assicurava l’avvenuto “rispetto delle vigenti normative europee e nazionali in tema di forniture pubbliche”, emergeva che nel periodo considerato erano stati stipulati, o erano in corso di stipula, 681 contratti (per un valore di circa 111 milioni di euro), dei quali: 350, di importo unitario inferiore ad euro 20.000 (valore complessivo di circa 2 milioni di euro); 36, da affidare/affidati con gara europea (valore complessivo di circa 67 milioni di euro); 295, di importo unitario superiore a 20.000 euro (valore complessivo di circa 42 milioni di euro), affidati senza ricorso a procedure di gara.
Questi ultimi rappresentavano, quindi, il 43% del numero complessivo dei contratti ed il 38% del loro valore; di essi, 15 erano di importo superiore alla soglia comunitaria (di 200.000 euro) per un valore totale di 19,5 milioni di euro.
A giustificazione del ricorso alla procedura negoziata la Società adduceva quale motivo, di volta in volta: l’urgenza, l’unicità o la particolare specializzazione del fornitore, la prosecuzione del servizio, la necessità di avvalersi di fornitori muniti del NOS (Nulla Osta di Sicurezza).
DPF, sulla base di una dettagliata analisi dei dati forniti dalla Società, evidenziava (nota del 12 luglio 2006) l’elevato numero dei contratti (stipulati o in via di definizione), l’anomala frammentazione degli stessi su un gran numero di operatori, l’eccessivo ricorso ad affidamenti diretti, con motivazioni che sembravano non corrispondere al principio del ricorso preferenziale al confronto concorrenziale previsto dalla normativa. Concludeva, pertanto, il Dipartimento sollecitando la Società ad avviare “un’approfondita analisi interna dei processi di acquisizione per verificare se una tale frammentazione rappresenti il punto ottimale di equilibrio dell’efficacia, efficienza ed economicità ricercata o se sia altresì possibile operare diversamente selezionando ed integrando maggiormente tecnologie e sistemi …. affinchè non venga meno il ruolo di integratore di sistemi …… e di partner tecnologico …… che sono tra i motivi fondanti del rapporto strumentale instaurato tra l’Amministrazione e la Società stessa”.
A seguito di tale invito, i vertici aziendali, di cui nel frattempo era avvenuto il rinnovo, ritenevano di procedere ad una più ampia analisi, avente quale obiettivo il miglioramento della gestione operativa del processo di acquisto ed in particolare delle modalità di selezione dei fornitori e di gestione dei relativi contratti: il monitoraggio è stato, infatti, esteso al periodo gennaio 2004 / giugno 2006 ed ha riguardato circa 5.700 contratti, per 565 milioni di euro di spesa, e 1.600 fornitori.
A conclusione dell’indagine, in un documento presentato al Consiglio di amministrazione del 13 dicembre 2006, venivano evidenziate alcune “criticità gestionali”: una elevata frammentazione dei contratti (nel 90% dei casi un importo medio inferiore ai 200.000 euro), un gran numero di fornitori di piccole dimensioni (circa 1.500), un basso ricorso alla modalità di acquisto “gara comunitaria” (non più del 15% della spesa complessiva), l’utilizzo di procedure negoziate per la stipula di contratti di importo inizialmente inferiore alla soglia comunitaria, superata poi spesso per effetto di ripetute estensioni del rapporto contrattuale. Tali criticità venivano ricondotte sia all’assenza di un processo di pianificazione strategica e di programmazione operativa degli acquisti, sia a modalità poco efficaci di selezione dei fornitori, con conseguenze negative sui carichi di lavoro amministrativo, sul monitoraggio della qualità del servizio e della performance gestionale dei forntori, sull’accesso a potenziali economie di scala.
Venivano inoltre segnalati alcuni “punti di attenzione”, legati alle caratteristiche del fornitore e alle modalità di gestione del rapporto di fornitura. Fra le principali: la dipendenza economico-finanziaria dei fornitori da SOGEI, la presenza nel parco fornitori di aziende con partecipazioni azionarie incrociate, il ricorso a procedure di affidamento diretto su categorie di beni e servizi fungibili, la irreperibilità – totale o parziale – di documenti a supporto delle procedure di affidamento diretto.
I risultati della “due diligence” così svolta venivano portati all’attenzione dell’azionista (MEF – DPF) e, da questi, sia alle Strutture organizzative dell’Amministrazione, con il richiamo ad “effettuare attività di controllo e di valutazione sull’esatto adempimento da parte della SOGEI di tutto quanto contrattualmente stabilito, incluso il rispetto delle norme sulla concorrenza, tese al miglioramento dei servizi ed al contenimento dei costi”, sia all’Organismo di vigilanza ed al Collegio sindacale della Società (nota del 28 marzo 2007), con l’invito “a fornire ogni utile elemento istruttorio” sulle “irregolarità” come sopra evidenziate”.
Mentre da parte delle Strutture è stato, in sintesi, chiarito che l’attività di controllo sull’esatto adempimento degli obblighi contrattuali di SOGEI non aveva riguardato la verifica del rispetto delle norme sulla concorrenza, l’Organismo di vigilanza ha precisato di essere pervenuto, a seguito delle verifiche di competenza svolte nel corso del 2006, a conclusioni convergenti con quelle della “due diligence”.
A sua volta, il Collegio sindacale, al termine di una lunga ed approfondita attività di verifica, compiuta su un campione significativo di contratti, con verbale del 26 luglio 2007, ha rassegnato le proprie conclusioni sulla questione, precisando di aver “ritenuto opportuno effettuare un esame dei documenti oggetto delle due diligence (anche) al fine di accertare se alle criticità extrapolate nell’analisi fossero riconducibili atti o comportamenti non conformi alla legge”: in sostanza, se si potessero configurare vere e poprie “irregolarità”, secondo il termine usato dal MEF-DPF. Tale eventualità è stata esclusa dal Collegio, che ha concordato con la ratio della due diligence “circa la sussistenza di talune criticità nella gestione societaria degli approvvigionamenti di beni e servizi: criticità che hanno prodotto l’effetto tipico e naturale di indurre gli amministratori ad elaborare una nuova strategia e un nuovo modello di gestione dell’intero settore contrattuale”.
Sul problema delle presunte “irregolarità” è però tornato il DPF con nota del 27 luglio 2007, invitando l’Amministratore delegato di SOGEI, “a verificare, sulla base delle proprie informazioni, il possibile impatto economico derivante dalle predette modalità operative della Società, anche al fine di poter eventualmente più compiutamente rappresentare la tematica alla competente Procura regionale della Corte dei conti”.
Nella sua risposta (del 3 agosto 2007) l’Amministratore ha confermato come la due diligence avesse evidenziato alcune criticità nelle procedure d’acquisto; ma ha precisato che l’eventuale “impatto economico” delle modalità operative emerse dall’analisi svolta “dovrebbe avere quale necessario presupposto l’accertamento di una condotta ritenuta contraria alla vigente normativa, nonché la verifica dell’esistenza di un danno erariale, che, nell’ambito di detta analisi, non sono stati, né potevano essere, oggetto di valutazione”.
Come già ricordato, scopo essenziale della “due diligence”, per la Società, era quello di identificare gli interventi di miglioramento nella gestione operativa del processo di approvvigionamento, vale a dire: aggregazione dei fabbisogni per più accurate pianificazione della domanda e monitoraggio della spesa; rotazione dei fornitori (specie per gli acquisiti “sotto-soglia”) e valorizzazione del ruolo di SOGEI nei loro confronti; rafforzamento delle procedure di accesso al mercato in termini di trasparenza e competitività; omogeneizzazione delle condizioni contrattuali.
Per l’attuazione di tali obiettivi, nel corso del 2007 è stato messo a punto un complesso di regolamenti e procedure che definiscono le modalità operative da seguire per gli approvvigionamenti nel rispetto della normativa vigente. Si tratta, in particolare: del “Regolamento acquisti”, che recepisce a livello aziendale vincoli e procedure di legge; del “Processo di acquisizione lavori, beni e servizi”, che definisce ruoli, responsabilità e flussi operativi che coinvolgono le varie strutture aziendali; della istituzione dell’”elenco operatori economici” (albo fornitori), con modalità di abilitazione on-line da parte del mercato; della “Procedura di ciclo passivo”, che definisce regole e responsabilità con riferimento alle varie fasi del processo di approvvigionamento.
Nella riunione del C.d.A. del 12 luglio 2007 sono stati presentati i dati relativi ai primi effetti prodotti dagli interventi in via di svolgimento, concernenti un montante di spesa (ordinata) di circa 130 milioni di euro per il periodo gennaio-maggio 2007, pari a circa il 60% del budget di spesa previsto per l’anno. Secondo tale analisi, rispetto al 2005:
- si è ridotta la frammentazione del portafoglio fornitori per beni e servizi e per esternalizzazioni, con una previsione – a fine anno – di una diminuzione di oltre il 30%;
- si è ridotta altresì la frammentazione dei contratti di importo inferiore ai 200.000 euro: dal 90% all’80% (per l’acquisizione di beni e servizi) e attorno al 50% (per le esternalizzazioni), con previsione – a fine anno – di una riduzione da circa 2.000 a circa 800/1000 contratti;
- è cresciuta l’incidenza della spesa per contratti aggiudicati a seguito di gara pubblica, passata dal 15% ad un valore medio di circa il 40%, che sale al 70% per quanto concerne le esternalizzazioni; l’ancora elevato ricorso a trattative dirette, soprattutto per l’acquisizione di beni e servizi, viene giustificato con la circostanza che circa il 65% dei contratti “soprasoglia” stipulati tramite trattativa diretta riguarda l’acquisto, il noleggio e la manutenzione delle licenze sofwtare.
A richiesta del Magistrato delegato al controllo, la Società ha fornito (nel settembre 2008) un documento, da cui risulta che nel 2007:
- il numero di fornitori di servizi di esternalizzazione e di beni, lavori e servizi è stato di 828;
- i contratti, inferiori a 200.000 euro, sono stati in numero di 32 su 54 (59,2%) per le esternalizzazioni ed in numero di 1.715 su 1.804 (95%) per quelli di forniture di beni, lavori e servizi;
- l’incidenza della spesa per contratti aggiudicati a seguito di gara pubblica è stata di circa l’82% per le esternalizzazioni (32,7 milioni di euro su 40 milioni) e di circa il 38% per i contratti di fornitura di beni, lavori e servizi (53,6 milioni di euro su 139,2 milioni).
A riguardo delle problematiche trattate nel presente paragrafo, la Corte deve rilevare, alla luce dei risultati della due diligence condotta dalla stessa SOGEI, che la gestione del sistema contrattuale, nel periodo considerato (2004 – giugno 2006), presenta indubbiamente molteplici criticità e mostra talora insufficiente adeguamento, sostanziale se non formale, alle normative nazionale e comunitaria in materia ed ai principi di trasparenza delle procedure e di tutela della concorrenza fra tutti gli operatori del mercato, cui tali normative sono informate.
E’ ben vero che, nel periodo in questione, dapprima la vicina scadenza del contratto-quadro e, poi, l’avvio del nuovo hanno reso problematica la stipula di contratti di lunga durata ovvero hanno indotto la Società a consentire rinnovi temporanei; tuttavia dall’analisi svolta sembra comunque emergere una strategia di rapporti contrattuali incapace di garantire sistematicamente la più elevata convenienza economica, e insieme la migliore scelta tecnica, nell’acquisizione di beni e servizi.
La Corte, pertanto, valuta positivamente le iniziative avviate nel 2007 dalla Società, mirate ad una razionalizzazione nelle modalità di acquisizione dei servizi e ad una più stringente definizione di procedure e competenze, e raccomanda che le stesse vengano completate e, ove occorra, implementate con le rettifiche ed integrazioni che l’esperienza suggerirà.
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9) I PRINCIPALI FATTI DELLA GESTIONE VERIFICATISI SUCCESSIVAMENTE AGLI ESERCIZI IN ESAME
L’art. 83, comma 15, del D.L. 25 giugno 2008 n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008 n. 133, ha previsto che, “al fine di garantire la continuità delle funzioni di controllo e monitoraggio dei dati fiscali e finanziari”, i diritti dell’azionista di SOGEI siano esercitati dal Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento del Tesoro e che “il Consiglio di amministrazione, composto di cinque membri, è conseguentemente rinnovato entro il 30 giugno 2008 senza applicazione dell’art. 2383, 3° comma, del codice civile”.
In attuazione di tale norma, per molti aspetti invero piuttosto singolare, l’assemblea di SOGEI si è riunita il 2 luglio 2008 ed ha proceduto alla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, formato da cinque membri, del quale sono stati chiamati a far parte, fra gli altri, anche l’ex – Presidente e l’ex – Amministratore delegato della Società, dimessisi – come innanzi ricordato (v. paragrafo 3) – nel luglio 2006, e nuovamente nominati negli stessi incarichi, il primo direttamente dalla assemblea ed il secondo nella prima riunione del nuovo Consiglio di amministrazione, tenutasi il 4 luglio 2008, che ha anche conferito loro i rispettivi poteri, sostanzialmente ripartiti secondo criteri analoghi a quelli già seguiti nei confronti dei precedenti vertici aziendali.
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La descritta vicenda appare, a giudizio della Corte, invero sconcertante e contraria a principi e regole di condotta poste a garanzia di una sana e corretta gestione societaria: lo scioglimento del Consiglio di amministrazione di SOGEI per ben due volte nell’arco di appena due anni, non a causa di incapacità o irregolarità imputate agli amministratori (si vedano gli apprezzamenti rivolti loro dal rappresentante dell’azionista – riportati a verbale – nelle assemblee del 19 luglio 2006 e del 2 luglio 2008), ma per motivazioni estranee alla gestione dell’azienda, anche se nella seconda circostanza supportate da una specifica disposizione di legge, ha dato luogo ad una sorta di improprio spoil system, che ha indotto riflessi negativi sulla Società in termini di precarietà degli assetti organizzativi e di costi aggiuntivi di dubbia utilità.
L’avvicendamento degli amministratori in così breve tempo e nel modo anomalo innanzi ricordato ha comportato, infatti, di conseguenza sia la profonda e ripetuta variazione di organigrammi e di strutture organizzative non ancora consolidate, così come persino di sistemazione logistica di personale e attrezzature, sia la sostituzione di dirigenti di primo livello con nuovi assunti, quindi l’allontanamento di (alcuni di) costoro ed il rientro (di alcuni) dei precedenti.
Tutto ciò, naturalmente, con un esborso di risorse finanziarie che può essere così sinteitizzato, sulla base dei dati forniti dalla Società, a richiesta del Magistrato delegato della Corte e del Collegio sindacale.
Nel periodo 2007/1° semestre 2008 le iniziative, intraprese al fine di ottenere un cambiamento culturale ed organizzativo di SOGEI e la cui realizzazione è stata affidata a società esterne, hanno comportato oneri complessivi per 961.799 euro. In particolare: i costi delle attività per la definizione di un nuovo modello organizzativo e di un sistema professionale per lo sviluppo delle competenze e la valorizzazione delle risorse umane a cui legare i sistemi di gestione del personale (nuovo sistema professionale annullato ancor prima di entrare in funzione), affidate a tre fornitori, sono ammontati a K euro 664,8; il costo per la organizzazione di una “convention”, destinata a comunicare il nuovo modello organizzativo ed il conseguente processo di cambiamento con le sue motivazioni, affidata a sei fornitori, è stato di 136,9 K euro; il costo di progettazione e realizzazione per il nuovo logo di SOGEI e per l’identità societaria, affidata a tre fornitori, è stato di 160,1 K euro.
A sua volta, il rinnovo anticipato del Consiglio di amministrazione nel luglio 2006 e la cessazione anzitempo dai rispettivi incarichi di Presidente e Amministratore delegato/Direttore generale ha determinato, come già ricordato al paragrafo 3, la corresponsione a titolo transattivo della complessiva somma di 1.595.000 euro. La successiva riorganizzazione aziendale ha poi avviato un percorso di incentivazione all’esodo per personale dirigente e non dirigente, ritenuto non più in sintonia con le nuove strategie societarie, che ha interessato 11 dirigenti e 12 impiegati o quadri, ai quali sono stati erogati incentivi per un importo complessivo di 5.629.000 euro.
Anche a seguito del secondo rinnovo anticipato del Consiglio di amministrazione, nel luglio 2008, sono state assunte iniziative, in tema di organizzazione aziendale e del personale, comportanti oneri non previsti nel budget dell’esercizio. Infatti, fin dalla sua prima adunanza il nuovo Consiglio ha deliberato di procedere a verifiche relativamente al contenzioso in essere e potenziale ed all’organizzazione del personale e agli ambiti tecnologico e industriale, con la possibilità di utilizzare supporti esterni di esperti qualificati. Sono stati così attivati quattro rapporti di consulenza, che prevedono costi complessivi per 415.000 euro (oltre l’IVA).
Si è, inoltre, proceduto alla risoluzione del rapporto di lavoro con l’ex – Direttore generale (susseguente alla cessazione dall’incarico di Amministratore delegato), nove dirigenti e sette quadri. Per quattro dirigenti e per i sette quadri, la Società ha concordato l’esodo incentivato, con un esborso totale di 1.681,5 keuro; per l’ex D.G. e per i restanti cinque dirigenti la risoluzione del rapporto è avvenuta senza erogazione di incentivi e con la corresponsione della sola indennità di mancato preavviso, pari complessivamente a 940,3 keuro. Non risulta, al momento, che alcuno degli interessati abbia proposto ricorso in sede giurisdizionale avverso la risoluzione del rapporto o la determinazione del trattamento spettante.
Conclusivamente, i costi, innanzi definiti “aggiuntivi” in quanto imputabili – almeno indirettamente – ai due scioglimenti anticipati in due anni del C.d.A. di SOGEI, possono stimarsi ammontare, ad oggi, complessivamente, ad oltre 11 milioni di euro, parte dei quali senza nessuna dimostrata ricaduta positiva sulla gestione e sul bilancio della Società.
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10) CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
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Altra vicenda di rilievo che ha marcato il periodo in esame è rappresentata dallo scioglimento del Consiglio di amministrazione nel luglio 2006, per cause estranee alla gestione aziendale, replicato nel luglio 2008, a seguito di apposita norma di legge che, nel prevedere il trasferimento dei diritti dell’azionista dal Dipartimento delle finanze a quello del tesoro, ha anche disposto l’immediato rinnovo del Consiglio di amministrazione della Società. Tali vicende sono riguardate dalla Corte in termini fortemente critici: esse, infatti, hanno provocato instabilità e disfunzioni nella gestione di SOGEI, a causa delle ripetute modifiche di modelli e strutture organizzative, dell’ampio turn-over nella categoria dei dirigenti, del conseguente slittamento di programmi ed attività; e ripercussioni si sono avute anche sul piano dei costi, gravati di spese che trovano la loro fonte proprio nel ripetuto avvicendamento dei vertici aziendali.
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Conclusivamente, nel richiamare le osservazioni e le raccomandazioni tutte formulate nel corso della relazione, si evidenzia in particolare la necessità:
- che venga nominato il “dirigente preposto” (alla redazione dei documenti contabili societari), in attuazione della direttiva ministeriale e della conseguente norma statutaria, introdotta nell’aprile 2008 (v. paragrafo 2);
- che trovi adeguata e formale disciplina la materia degli “esodi incentivati” del personale (v. paragrafo 5).
- che si attui un forte contenimento delle spese per consulenze, specie di quelle in materia legale e di organizzazione aziendale, e si eviti l’affidamento di incarichi a supporto di attività proprie delle amministrazioni committenti, ma sostanzialmente estranee all’oggetto sociale (v. paragrafo 6);
- che vengano proseguite, e – ove occorra – migliorate ed integrate, le iniziative avviate nel 2007 e mirate alla razionalizzazione nelle modalità di acquisizione di beni e servizi e ad una più stringente definizione di procedure e competenze, nel rigoroso rispetto della normativa nazionale e comunitaria (v. paragrafo 7.2);
- che venga chiarito, dalle competenti Autorità governative o – se del caso – in sede legislativa, se SOGEI possa avvalersi della deroga prevista dell’art. 17 del D.Lvo n. 163/2006 per i contratti relativi ad opere, servizi e forniture destinati ad attività che esigono particolari misure di sicurezza (v. paragrafo 7.3);
- che dalla Società venga adottata ogni idonea misura per concorrere, nei limiti delle proprie competenze e responsabilità, ad evitare indebiti accessi ai dati dell’anagrafe tributaria ed un uso illecito dei medesimi (v. paragrafo 7.3).