Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05344
Atto n. 4-05344
Pubblicato il 8 giugno 2011
Seduta n. 563
LANNUTTI – Al Ministro dell’economia e delle finanze. -
Premesso che:
con il decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, cosiddetto “decreto Sviluppo”, per la seconda volta in due anni, vengono azzerati i Consigli d’amministrazione della Sogei e del Poligrafico e zecca dello Stato (art. 10, comma 4), utilizzando la stessa formulazione con la quale venivano sciolti, ad agosto 2009, grazie ad un articolo inserito nel “decreto anticrisi” (decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102 – art. 19, comma 11 e 12);
per quanto risulta all’interrogante, praticamente un “copia e incolla” che così recita: “con atto di indirizzo strategico del Ministro dell’economia e delle finanze sono ridefiniti i compiti e le funzioni delle società di cui all’articolo 1 della legge 13 luglio 1966, n. 559, e successive modificazioni, e al comma 15 dell’articolo 83 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. Il consiglio di amministrazione delle predette società è conseguentemente rinnovato nel numero di cinque consiglieri entro 45 giorni dalla data di emanazione dei relativi atti di indirizzo strategico, senza applicazione dell’articolo 2383, comma 3, del codice civile”;
la motivazione ufficiale è quella della produzione della carta d’identità elettronica e della sua integrazione con la tessera sanitaria ed il codice fiscale. La carta d’identità elettronica è un progetto che risale addirittura al 1997 (14 anni fa), più volte rilanciato e altrettante volte naufragato, di specifica competenza del Ministero dell’interno, nel quale il Poligrafico e zecca dello Stato e la Sogei sono da tempo, a diverso titolo, coinvolti;
a settembre 2009, per effetto del decreto anticrisi, erano stati emessi dal Ministero stesso gli atti di indirizzo, invero dai contenuti piuttosto blandi. In sostanza si chiedeva alle due società di formulare congiuntamente “una proposta per ridefinire compiti e funzioni connessi ai processi di produzione e diffusione dei diversi documenti elettronici detenuti dal cittadino”;
già allora la scelta di azzerare i Consigli di amministrazione per un compito che poteva tranquillamente essere svolto nell’ambito dei normali piani tecnici delle società, entrambe di proprietà del Ministero, appariva piuttosto singolare. Tanto più considerando che il Consiglio d’amministrazione della Sogei era stato nominato appena 15 mesi prima, dalla stesso ministro Tremonti;
certamente ai nuovi vertici societari il progetto della carta d’identità elettronica non deve essere sembrato poi così prioritario se, appena un mese fa, il 7 aprile 2011, a quasi due anni dall’atto di indirizzo, il Sottosegretario di Stato per l’economia Alberto Giorgietti, in sede di audizione presso la Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, dava conto che “è stato elaborato un documento strategico contenente le possibili azioni da intraprendere per rendere operativa la collaborazione tra SOGEI e Poligrafico nella diffusione della CIE e ai fini della definizione della road map per l’avvio del progetto” ma che “allo stato, non risultano ipotesi di integrazione, anche in riferimento a singoli rami aziendali, tra Poligrafico e SOGEI, né il Ministero dell’economia e finanze, quale azionista unico di società, ha in corso valutazioni di operazioni in tal senso”;
per la precisione va detto che, in effetti, una forma di più stretta collaborazione fra Sogei e Poligrafico e zecca dello Stato si era concretizzata in materia di tessera sanitaria. Come rappresentato dallo stesso Giorgietti, Sogei aveva affidato al Poligrafico, con la modalità dell’in house providing la fornitura di circa 35 milioni di tessere sanitarie, incorrendo nella censura dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (deliberazione n. 54 del 6 ottobre 2010). Rapporto di fornitura improprio e quindi interrotto, che però nulla aveva a che vedere con il progetto della carta d’identità elettronica;
si potrà capire nei prossimi giorni se questo nuovo walzer di poltrone sia funzionale a rilanciare il progetto della carta d’identità elettronica, o se sia solo il frutto di qualche sotterranea guerra di potere. In effetti, secondo articoli di stampa la nomina di Marco Bonamico e di Ferruccio Ferranti, amministratore delegato del Poligrafico, è riconducibile all’area “finiana”, ormai non più nella maggioranza di Governo;
per ora, quello che è certo è che, ancora una volta, si assiste allo sperpero di denaro pubblico che consegue alla continua instabilità gestionale, alla rimodulazione di organici ed organigrammi, alla riformulazione di indirizzi e piani operativi, con motivazioni che appaiono quanto meno poco convincenti e tutt’altro che trasparenti;
esemplare in tal senso il caso Sogei. Per questa società, infatti, si tratta del quarto scioglimento anticipato in soli cinque anni, una società pubblica, che ha compiti strumentali, di natura meramente tecnica, il cui unico cliente è il Ministero, che ne indirizza, con pieni poteri di controllo, l’attività;
si ripercorre quindi brevemente quanto accaduto in Sogei negli ultimi cinque anni;
a luglio 2006, a seguito della nomina del Governo Prodi, il Consiglio di amministrazione Sogei si presenta dimissionario e l’allora amministratore delegato Aldo Ricci ed il presidente Sandro Trevisanato, precedentemente nominati da Tremonti, vengono sostituiti rispettivamente da Valerio Zappalà e da Gilberto Ricci;
a luglio 2008, reinsediatosi Tremonti al vertice dell’amministrazione finanziaria, il Consiglio di amministrazione viene fatto decadere con l’art 83, comma 15, del decreto-legge n. 112 del 2008, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico (anche questa volta un provvedimento urgente per lo sviluppo), giustificando il provvedimento con l’attribuzione delle partecipazioni societarie del Ministro dell’economia e delle finanze al Dipartimento del tesoro. A seguito di tale provvedimento viene nuovamente collocato al vertice della società lo stesso team, Aldo Ricci amministratore delegato e Sandro Trevisanato presidente, che aveva guidato la società dal 2002 al 2006;
a quanto risulta all’interrogante, segue in Sogei l’epurazione, o l’emarginazione, di quadri e dirigenti considerati di fiducia del precedente vertice, nonché il reinserimento in azienda, in posizioni apicali, di altri dirigenti che erano stati licenziati o che avevano lasciato la società, comunque tutti con generosa remunerazione;
della vicenda si occupa la Corte dei conti nella Relazione sulla gestione della società per gli anni 2006-2007, che qualifica la norma con la quale si scioglie il Consiglio di amministrazione “per molti aspetti invero piuttosto singolare”, e, a quanto risulta all’interrogante, così si esprime su quanto avvenuto in Sogei: “La descritta vicenda appare, a giudizio della Corte, invero sconcertante e contraria a principi e regole di condotta poste a garanzia di una sana e corretta gestione societaria: lo scioglimento del Consiglio di amministrazione di SOGEI per ben due volte nell’arco di appena due anni, non a causa di incapacità o irregolarità imputate agli amministratori, ma per motivazioni estranee alla gestione dell’azienda, anche se nella seconda circostanza supportate da una specifica disposizione di legge, ha dato luogo ad una sorta di improprio spoil system, che ha indotto riflessi negativi sulla Società in termini di precarietà degli assetti organizzativi e di costi aggiuntivi di dubbia utilità. L’avvicendamento degli amministratori in così breve tempo e nel modo anomalo innanzi ricordato ha comportato, infatti, di conseguenza sia la profonda e ripetuta variazione di organigrammi e di strutture organizzative non ancora consolidate, così come persino di sistemazione logistica di personale e attrezzature, sia la sostituzione di dirigenti di primo livello con nuovi assunti, quindi l’allontanamento di (alcuni di) costoro ed il rientro (di alcuni) dei precedenti. Tutto ciò, naturalmente, con un esborso di risorse finanziarie che può essere così sintetizzato (…) Conclusivamente, i costi, innanzi definiti “aggiuntivi” in quanto imputabili – almeno indirettamente – ai due scioglimenti anticipati in due anni del C.d.A. di SOGEI, possono stimarsi ammontare, ad oggi, complessivamente, ad oltre 11 milioni di euro, parte dei quali senza nessuna dimostrata ricaduta positiva sulla gestione e sul bilancio della Società”;
per quanto risulta all’interrogante, la stima della Corte dei conti è necessariamente per difetto, in quanto non considera le successive transazioni per i contenziosi in sede civile promossi dai dirigenti estromessi dall’azienda, e i costi determinati dal reinserimento in azienda di quattro dirigenti, di cui tre già riccamente liquidati, ricollocati esattamente nella stessa posizione apicale che già prima coprivano;
per quanto risulta, le pesanti, ed a dire il vero inconsuete, parole della Corte dei conti non vengono però tenute in alcun conto da Tremonti se è vero che, dopo poco più di un anno, ad ottobre 2009, con il già citato art. 19 del cosiddetto decreto anticrisi, viene nuovamente fatto decadere il Consiglio di amministrazione, con l’unico concreto effetto di sostituire l’amministratore delegato Aldo Ricci con Marco Bonamico, mentre Sandro Trevisanato mantiene la carica di Presidente (Aldo Ricci troverà comunque, presto, nuove collocazioni nell’ambito dell’amministrazione finanziaria, come consigliere di Geoweb, controllata da Sogei e Vice presidente di Equitalia Terni e di Equitalia Sestri);
anche durante la gestione Bonamico, seppure con modalità più “soft”, si susseguono esodi incentivati e nuove assunzioni di personale, anche dirigente. Ma sorprendentemente di questo ulteriore passaggio di consegne (il terzo), avvenuto dopo soli 15 mesi, delle reiterate modifiche all’assetto organizzativo della società, del conseguente sperpero di denaro pubblico, la Corte dei conti, pur richiamando le censure già espresse, non trova nulla da eccepire (confronta Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione della SOGEI SpA relativa gli esercizi 2008 e 2009, determinazione n. 83/2010 della Corte dei conti, 10 novembre 2010);
eppure, sempre più insistentemente, notizie di stampa riportano il disagio che si è manifestato in quest’ultimo anno in seno al Consiglio di amministrazione Sogei, sia per la politica delle assunzioni sia per una questione di appalti poco chiari avvenuti durante la gestione di Aldo Ricci e proseguiti con Marco Bonamico, oggetto di indagine da parte della Guardia di finanza (si leggano due articoli di stampa: su “Italia Oggi”: “Appalti e nomine, maretta in Sogei”, di Stefano Sansonetti del 30 marzo 2011 e “Il Mondo”: “Sogei nel mirino di Mister Tesoro”, di Andrea Ducci del 1° aprile 2011);
come riportato dall’articolo di “Italia Oggi” «Nel mirino di alcuni consiglieri di amministrazione è finita una serie di appalti per lavori di ristrutturazione, affidati a una società che si chiama Edil Ars. E poi anche un gruppo di assunzioni, alcune delle quali sembrerebbero legate proprio ai vertici di quest’ultima società. Si tratta di un argomento piuttosto delicato su cui, come ha anticipato ItaliaOggi del 18 novembre del 2010, si erano già mosse le Fiamme Gialle con un blitz nella sede della società di via XX Settembre. Questa volta, invece, in consiglio di amministrazione è stato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, a manifestare qualche perplessità. In quella sede, secondo quanto ha potuto verificare ItaliaOggi, sarebbero stati chiesti lumi su alcuni appalti per ristrutturazioni attribuiti dalla Sogei alla Edil Ars nel 2010. Lavori che ammonterebbero a oltre 10 milioni di euro. Ora, le perplessità e i chiarimenti chiesti da Befera sono legati alle verifiche che già nel 2010, sullo stesso punto, sono state condotte dalla Guardia di finanza. Le Fiamme Gialle, in particolare, hanno acquisito tutta una serie di documenti relativi all’assegnazione di appalti alla Edil Ars nel periodo che va dal 2002 al 2006. L’obiettivo era quello di capire se le assegnazioni fossero avvenute nel rispetto delle normative, anche comunitarie, sulle gare d’appalto. I primi riscontri hanno indotto la procura di Roma ad aprire un fascicolo, proprio per capire se ci fosse un canale “privilegiato” che da Sogei portava alla Edil Ars, spesso e volentieri beneficiaria delle commesse. È anche in considerazione di questo background, quindi, che Befera ha voluto vederci più chiaro, chiedendo spiegazioni agli attuali vertici di Sogei, ovvero il presidente, Sandro Trevisanato, e l’amministratore delegato, Marco Bonamico. Il fatto è che anche nel 2010 sono proseguite le assegnazioni di appalti alla Edil Ars, per una cifra che parrebbe superare i 10 milioni di euro. Grosso modo lo stesso valore delle commesse aggiudicate alla medesima società nel periodo 2002-2005. Ma non è finita qui, perché in una recente riunione del cda, in questo periodo alle prese con l’approvazione dei conti 2010, sarebbero state chieste anche informazioni su alcune assunzioni effettuate da Sogei nel corso di quell’anno. ItaliaOggi aveva già documentato, e la Sogei (contattata sul punto) non aveva smentito, che proprio l’anno scorso risultava assunta dalla società del ministero una figlia di Angelo Proietti, ossia l’amministratore della Edil Ars. Insomma, a qualche consigliere della Sogei è alla fine sembrato opportuno verificare in che modo sono state gestite queste operazioni e con quali conseguenze. Certo non una situazione rosea per una società che negli ultimi anni ha attraversato momenti un po’ tribolati»;
per quanto risulta all’interrogante, in particolare, nell’anno 2010, sarebbero stati affidati all’Edil Ars lavori di manutenzione ed impiantistici per circa 6,2 milioni di euro, di cui circa 5,3 milioni a trattativa diretta (86,6 per cento). Fra questi circa 2,5 milioni di euro sono stati assegnati con procedura secretata. Per quanto risulta, il regime di secretazione sarebbe stato applicato solo per appalti affidati a trattativa diretta alla società Edil Ars. Le attività di manutenzione straordinara, sono state affidate frazionando il fabbisogno in ben 6 confronti concorrenziali, per un valore complessivo di circa 822.000 euro;
inoltre è stata affidata la fornitura di apparecchiature per la videosorveglianza, per circa 200.000 euro, alla C.I.S.S., di proprietà dello stesso gruppo Proietti-Scaramucci che detiene la società Edil Ars;
infine, l’incarico di progettazione, coordinamento per la sicurezza e direzione lavori per gli stessi interventi edili-impiantistici affidati all’Edil Ars, per un importo complessivo di circa 400.000 euro, sono stati affidati alla A.T. Advanced Technologies Srl, di Gabriele Novembri, cioè allo stesso Direttore Lavori che si era distinto per non aver vigilato sul subappalto “occulto”;
secondo l’articolo de “Il Mondo”, «Gli ultimi due bilanci della Sogei a confronto. Valori in milioni di euro sintesi sulla gestione è stato caratterizzato “dall’avvio dei processi di rinnovamento previsti” e da un processo di “rifocalizzazione dell’organizzazione delle attività di produzione”. In dettaglio, il margine operativo lordo è cresciuto dell’8,6% arrestandosi a quota 86 milioni di euro e il valore dell’utile netto è 26 milioni a fronte dei 19 indicati in sede previsionale. A crescere sono stati anche gli investimenti che complessivamente sono raddoppiati passando da 32 a 60,9 milioni. Una voce in cui sono inseriti proprio quei lavori di adeguamento immobiliare e impiantistici della sede di via Carucci a Roma che hanno allarmato Befera e Lapecorella». Il progetto, a quanto risulta all’interrogante, sarebbe stato promosso nel passato proprio dall’Edil Ars e dall’ingegner Novembri,
si chiede di sapere:
quale sia il motivo per cui, nel giro di un paio di anni, il vertice dell’amministrazione finanziaria, con il cosiddetto decreto sviluppo, azzera nuovamente il Consiglio di amministrazione Sogei;
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di garantire ai cittadini la certezza delle norme al riparo dai “walzer di nomine” che, nel caso specifico della Sogei, ha comportato un costo per i contribuenti pari a 11 milioni di euro, tra liquidazioni, stipendi, esodi incentivati e così via;
quali iniziative di competenza voglia intraprendere affinché la nuova alleanza fra Poligrafico e zecca dello Stato e Sogei per l’affare relativo alla produzione di 60 milioni di carte di identità elettroniche, per almeno un miliardo e mezzo di euro non si risolva in una guerra di potere mascherata con il rilancio del progetto della carta d’identità elettronica;
se risulti che le autorità preposte al controllo siano intervenute per fare chiarezza sulle poco trasparenti vicende che negli ultimi anni hanno coinvolto la Sogei sia per la politica delle assunzioni che per gli appalti poco chiari;
se non ritenga necessario intervenire al fine di garantire la regolarità e il corretto svolgimento delle gare di appalto nel pieno rispetto delle norme sulla trasparenza.
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