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ATTENZIONE: la lettura è vivamente sconsigliata a chi vuole continuare a fingere di non sapere


francesco scolamiero

francesco scolamiero

Il così detto organismo di vigilanza

15 settembre 2010

Dicevamo, ... che fine ha fatto l'esposto ?


Cominciamo dalla Sogei e dal suo mitico organismo di vigilanza (di seguito o.d.v.).

In effetti l'esposto è stato indirizzato oltre che alle Autorità competenti agli organi statutari della Sogei (incurabile il mio rispetto per le istituzioni): al presidente della Società, al presidente del collegio sindacale, all' organismo di vigilanza.

Nessuna risposta.

Ma, nell'ombra, l'o.d.v. viene prontamente attivato per dare luogo all’ennesima, vergognosa, e forse più grave azione di copertura.

Prima di entrare nel merito vale la pena di soffermarsi un attimo sul ruolo dell'organismo di vigilanza.

L'o.d.v. è innanzitutto l'organo istituito al fine di tutelare la Società da comportamenti illeciti dei propri amministratori, dipendenti, prestatori d'opera, ecc (D.Lgs. 231/2001). Suo compito è accertare le violazioni dei doveri previsti dal Codice Etico che, se non l'avete mai letto, trovate al link codice etico. Da non perdere il paragrafo 7.2) dove si enunciano le linee guida da seguire nei rapporti con i fornitori.

In effetti pure i fornitori sono espressamente soggetti alle prescrizioni del Codice Etico, ed in caso di accertamento di comportamenti difformi è prevista la risoluzione dei contratti in essere con gli stessi e la facoltà della Società di richiedere il risarcimento dei danni verificatisi in conseguenza delle violazioni.

Dunque, a fronte di un esposto dettagliato e puntualmente documentato, dove anche si prefigurano reati penali, quantomeno da parte dei fornitori, ci sarebbe da aspettarsi da parte dell'o.d.v. un serio intervento di censura, l'avvio di una approfondita indagine, magari una segnalazione all'Autorità giudiziaria. Perché altrimenti l'Organismo di controllo viene meno al suo mandato, non tutela la Società, la rende corresponsabile degli illeciti, la espone ad una possibile azione amministrativa per danno erariale.

E poi non c'è mica solo il mio esposto !

Ci sono anche le due relazioni dell'Internal auditing (una a firma di C. Cammino e una a firma di M. Brindisi) che, seppure con eccessiva prudenza - e diverse omissioni - nella sostanza confermano l'accaduto.

Inoltre, come molti sapranno, a fine 2006 si è svolta, su impulso del MEF-DPF, una due diligence le cui conclusioni hanno delineato un quadro di gravi irregolarità nella gestione degli appalti da parte della Sogei nel periodo 2004 - giugno 2006.

I risultati della due diligence sono richiamati nella relazione della Corte dei Conti del 2009 che censura l'operato della Sogei negli anni in questione, così concludendo:

" la Corte deve rilevare, alla luce dei risultati della due diligence condotta dalla stessa SOGEI, che la gestione del sistema contrattuale, nel periodo considerato (2004 – giugno 2006), presenta indubbiamente molteplici criticità e mostra talora insufficiente adeguamento, sostanziale se non formale, alle normative nazionale e comunitaria in materia ed ai principi di trasparenza delle procedure e di tutela della concorrenza fra tutti gli operatori del mercato, cui tali normative sono informate" (Relazione in versione integrale al link relazione CdC - delibera 17/2009, in versione più sintetica, per estratto, nella sezione Pagine del blog, in alto a destra).

In questa situazione come può l'o.d.v. fare finta di niente ?

Ma in Sogei tutto è possibile. Siamo a giugno 2009, quindi in pieno regno di Aldo Ricci II, a pochi mesi dalla sua terza cacciata da Sogei, e forse di ciò ne ha già il sentore.

L’esposto è stato indirizzato separatamente e quindi i diversi destinatari non sanno a chi altri sia stato trasmesso. Forse per la prima volta serpeggia una certa preoccupazione. Poi è in corso la causa civile ed una smentita dei contenuti dell’esposto - richiamati nelle linee generali anche in quella sede - può comunque tornare utile.

Peraltro, come accennato, la catena di comando che controlla i lavori pubblici della Sogei è stata integralmente ripristinata ed anche l'allora responsabile dell’Internal auditing, C. Cammino, è rientrato ed è stato ricollocato al suo posto (nonostante il ricco incentivo all'esodo, gentilmente concesso a chi aveva già da tempo maturato il trattamento pensionistico).

Ci sono quindi tutte le condizioni per agire indisturbati.

Il Presidente dell'o.d.v.incarica allora Cammino, nelle vesti di attuale responsabile dell’Internal auditing (ma è anche uno dei tre membri dell'o.d.v.) di predisporre una relazione sulle questioni riportate nell’esposto. Naturalmente né l'o.d.v., né l'internal auditing sentono l'esigenza di convocarmi per appurare i fatti, pure essendo espressamente una loro prevista facoltà.

Il 16 giugno 2009 l’o.d.v. si riunisce per esaminare la relazione dell’internal auditing. Ho modo di visionare ed acquisire il verbale della riunione perché viene imprudentemente depositato in sede di causa civile.

Alla riunione partecipano il presidente dell'o.d.v Tamborrino ed il membro, nonché responsabile dell'internal auidting, nonché relatore Cammino.

Il terzo membro dell'o.d.v., Simeone, è assente per asseriti precedenti impegni di lavoro. Non improvvisi ma precedenti impegni di lavoro ! Curioso che non si potesse convocare la riunione in un momento in cui fosse presente anche lui, non erano mica in tanti (sarebbe interessante sapere se Simeone poi è stato almeno informato, e soprattutto che ne pensa. non sfuggirà ai malpensanti che Simeone è, all'epoca dei fatti, amministratore delegato di Geoweb, nel cui consiglio d'amministrazione siede proprio Aldo Ricci).

Ancora un breve inciso. Il neo nominato presidente dell'o.d.v è stato per anni membro del collegio sindacale ed è quindi perfettamente al corrente dei risultati della due diligence di cui abbiamo detto. Infine Cammino è persona che conosce bene, per avermene parlato in confidenza, in tempi precedenti, durante la prima stesura della relazione dell'internal auditing, i rapporti privilegiati di cui gode il fornitore in azienda.

Quindi, come si dice, Tamborrino e Cammino se la suonano e se la cantano.

La presentazione della relazione da parte di Cammino, così come riportata nel verbale, è una sfrontata sequela di omissioni, argomentazioni fuorvianti, falsi veri e propri, che rivelano in modo plateale, se ancora ce ne fosse bisogno, la volontà di coprire le irregolarità gestionali, le violazioni del Codice degli appalti, i reati commessi dal fornitore di riferimento e dal suo entourage, le responsabilità della Società.

Non posso entrare nel dettaglio perché i contenuti sono all'attenzione dell'Autorità giudiziaria e mi limito perciò a raccontarvi le conclusioni.

Cammino così conclude la sua relazione: … evidenziando che gli approfondimenti svolti a seguito dell’esposto non hanno messo in luce fatti nuovi o elementi di criticità che non fossero già emersi in precedenti verifiche o nell’ambito della due diligence sul processo di acquisizione di beni e servizi.

Attenzione alle parole usate. Il furbetto non nega affatto, né potrebbe essere altrimenti, l’esistenza delle irregolarità, limitandosi a dichiarare che i fatti erano già noti all’Azienda.

Con tutta evidenza, il fatto che le questioni sollevate fossero già note all’Azienda - e venissero ulteriormente segnalate da un dirigente che dichiarava di essere stato licenziato proprio per motivi di copertura degli illeciti – avrebbe dovuto costituire un aggravante, un segnale di allarme per l’o.d.v. Qui, invece, l'argomentazione viene assunta come una sorta di giustificazione.

Sorprendenti sono poi le conclusioni esposte dal Presidente quando afferma che: le segnalazioni contenute nell’esposto del dott. Scolamiero, alla luce anche degli approfondimenti svolti, non evidenziano profili di illiceità nei comportamenti tenuti dalla Società, in particolare per quanto concerne i reati previsti dal D. Lgs. 231/2001 di specifico interesse dell’Organismo di Vigilanza.

L’esposto non evidenzierebbe profili di illiceità ? Come se la reiterata violazione delle disposizioni del Codice dei Contratti Pubblici non costituisse almeno motivo di preoccupazione, motivo di sensibilizzazione al vertice aziendale cui il Verbale è destinato. E non è questa materia rientrante nelle competenze proprie dell’o.d.v., quanto meno perché trattasi di comportamenti contrari alle prescrizioni del Codice Etico ?

E così continua: Anche le possibili anomalie o irregolarità di tipo amministrativo che vengono esposte non risultano tali da aver generato concreti danni al patrimonio aziendale in quanto tutte le opere effettuate sono state portate a termine e collaudate, nonché utilizzate correttamente dall’Azienda.

Cioè, l’affidamento e la conduzione di appalti pubblici, con modalità in contrasto alla normativa vigente, viene derubricata a “possibili anomalie o irregolarità amministrative”, che quindi vengono ammesse, diventano giustificate per il solo fatto che le opere realizzate sono poi state utilizzate dal Committente. Sull’esistenza dei collaudi per tutte le opere realizzate ho poi forti dubbi, avendo dovuto sollecitare, nel periodo del mio incarico, per diverse opere già concluse da tempo, la consegna della documentazione necessaria ai collaudi, senza successo.

Infine il Presidente conclude: sottolineando che i comportamenti segnalati sono in continuità con le modalità operative adottate dalla Società, anche in tempi antecedenti e successivi al periodo temporale oggetto di analisi.

Questo passaggio è davvero sbalorditivo ! Premesso che “in tempi antecedenti” la Società non era soggetta al Codice dei Contratti Pubblici in quanto divenuta di proprietà pubblica solo nel 2002, in sostanza si afferma che la Società ha sempre operato ed opera tuttora in modo difforme dalla legge e ciò, per l’organismo di vigilanza, giustificherebbe i comportamenti dell’Azienda !

Ogni altro commento mi appare superfluo.

Questo è l’ultimo atto del regno di Aldo Ricci II. A ottobre 2009 subentra infatti l’avv. Marco Bonamico. Come vedremo in seguito, dalla padella alla brace.

In conclusione, solo un suggerimento: non date retta al codice etico, non segnalate alcunché all'organismo di vigilanza o all'Internal auditing, rischiate di brutto …

A presto.

7 commenti:

capatosta ha detto...

La cosa che mi lascia perplesso e vedere questi "piccoli" dirigenti, camminare tronfi nei corridoi della Sogei, con immancabile codazzo di poveri illusi. Non so che giudizio hanno di loro stessi, probabilmente non hanno consapevolezza di essere solo dei servi di un padrone al quale hanno venduto la loro Azienda e la loro anima. In fondo mi fanno pena.

nonmollare ha detto...

I fatti raccontati e documentati sono perfettamente coerenti a quell'andazzo che da tanti anni ognuno di noi ha visto e sperimentato.Finora mi pare che tutto sia scivolato via senza provocare grandi scossoni. Che fosse la volta buona?
E' vero che nei piani alti l'atmosfera è fetida, ma è anche vero che chi occupa i piani bassi si è preoccupato di trovare una buona attrezzatura per turarsi il naso piuttosto che cercare di rimuovere le cause di tanto lerciume.

capatosta ha detto...

Caro "nonmollare", ai piani bassi non solo ci si tura il naso, si gira la testa dall'altra parte, ma spesso e volentieri si è conniventi (quasi sempre per poche briciole... una papera, uno scatto...). In Sogei, come in Italia, la classe dirigente fa quello che gli si permette di fare e se fanno di tutto... non ce ne possiamo tirare fuori.

mago merlino ha detto...

i padroni passano, il servilismo resta.

non è mia, è di curzio maltese, a proposito di minzolini. L'articolo è sul "venerdì - contromano" di oggi, comunque lo riporto di seguito. quante analogie ...

Articolo di Curzio Maltese pubblicato su Il Venerdì di Repubblica, il 17/09/10



Sono mesi che non guardo il Tg1. Ogni tanto, per lavoro, il giornale mi impone di guardare gli editoriali di Augusto Minzolini. Più che il contenuto, irrilevante (appena l'eco di Berlusconi), angoscia la messinscena. L'ha descritta Michele Serra in una delle sue geniali rubriche. «Uno studiolo plumbeo come quello di certi vecchi zii notai o avvocati in pensione... L'effetto inevitabile è di una presunzione semi-istituzionale, da nona o decima carica dello Stato, mancando solo il mappamondo e un corazziere, anche piccolo». È un tentativo nevrotico, disperato, di farsi prendere sul serio. In effetti, per chi conosce «Minzolo», è difficile prenderlo sul serio. Nel mestiere precedente, il giornalista, la sua qualità principale era una programmatica assenza di spirito critico. Ai direttori piaceva, come ai registi piacciono gli attori da plasmare. Lo mandavi a un congresso di partito e ti tornava di quel partito. Nel frattempo aveva registrato come un magnetofono un materiale prezioso, sia pure da sbobinare con un minimo di criterio. I suoi scoop erano le conversazioni confidenziali di uomini di potere che lo credevano ormai un militante. Era molto ossequioso con i direttori e gli editori, come tutti quelli che poi, una volta passati armi e bagagli al nemico, denunciano le persecuzioni subite per via dell'orribile egemonia culturale della sinistra nei giornali. Di quelli come Minzolini non è esatto dire che abbiano cambiato spesso idea. Non hanno mai avuto un'idea, ma un padrone. Al liceo il padroncino era il leader del movimento, quindi erano di estrema sinistra. Poi il padrone è diventato il capo politico del momento, quello che sembrava il vincente, il maschio Alfa. Quindi magari Berlinguer, ma poi Craxi, D'Alema e infine Berlusconi, il più solvibile, una volta liquidati i residui scrupoli. Vale anche per altri percorsi, politicamente diversi ma psicologicamente identici. Capezzone, per dire, non è un ex radicale ora al Pdl, ma semplicemente uno plagiato da Pannella prima e ora da un altro. Se Berlusconi fosse un moderno uomo di comunicazione di un Paese moderno non si servirebbe mai di questa gente. Chi volete convincere con un editoriale di Minzolini, un comunicato di Capezzone, un discorso di Verdini? Ma il messaggio non è «vi voglio convincere», piuttosto «dovete piegarvi». Il paradosso è che Berlusconi passerà e questi invece rimarranno, con un altro padrone, magari l'ex nemico. Funziona così la storia d'Italia, da secoli.
© 2010 il Venerdì. Tutti i diritti riservati

capatosta ha detto...

Non è solo questione di servilismo (anche se è vero che in Sogei molti pagherebbero per vendersi) ma anche soprattutto di indifferenza e incompetenza. C'è stata forse qualche reazione alla nomina di un delegato RSU come Responsabile dell'U.O. Relazioni industriali ? Assolutamente no, anzi... tutti a fargli i complimenti compreso quelli che lo hanno votato. C'è stata qualche reazione quando al CED il semplice spostamento di un server ha causato alla Sogei un danno di oltre un milione di euro ? Assolutamente no, nonostante fosse preventivabile avendo inserito nel CED incompetenza e arroganza. Molti altri esempi potrei fare... si può essere servili ma bravi (vedi Saccà in RAI). Qui è peggio, siamo servili e incompetenti. Non c'è speranza...

Unknown ha detto...

Sono un delegato RSU e mi sento in dovere di spezzare una lancia per l'attuale responsabile delle Relazioni industriali (!!!).
Non è la prima volta che un ex-delegato RSU "passa dall'altra parte" ossia va nella struttura della direzione personale, anche se non era mai successo che ne diventasse un responsabile.
Però voglio giudicare una persona per le sue azioni, non per il ragionamento ideologico "ieri era di qua, oggi è di là".
Riguardo l'attuale responsabile delle Relazioni industriali, fino ad oggi non ha offerto motivo di critiche a me ed agli altri delegati RSU.
Anzi, io personalmente apprezzo l'impegno che sta mettendo nell'occuparsi dei problemi e noto un miglioramento rispetto al passato.

capatosta ha detto...

x gciccarone
"giudicare una persona per le sue azioni"... appunto !! Io ho votato per un delegato RSU affinchè potesse tutelarmi/ci nei confronti dell'Azienda... e non credo che possa farlo nell'attuale ruolo che prevede in primis l'interesse dell'Azienda. O pensi che l'Azienda sia così stupida da mettere alle Relazioni Industriali una persona che non fa completamente i suoi interessi ? O pensi che gli interessi dell'Azienda e quelli dei lavoratori possano coincidere ? Il tutto prescinde ovviamente dalla persona che è sicuramente perbene e armata delle migliori intenzioni... è che in Sogei succedono cose strane e nessuno sembra notarle... soprattutto l'RSU.

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